Il termine magico ha sempre avuto il potere di inquietare l’animo umano, anche quello degli scettici e agnostici più razionali che, apparentemente celano dietro una maschera o dietro l’immagine del positivismo, che tutto analizza con razionalità e logica materialista, la loro profonda inquietudine verso l’Indeterminismo. Questa loro angoscia si percepisce nel loro credo determinista che è vera e propria antitesi dell’indeterminismo della fisica moderna, i cui fondamenti prevedono il prolungamento della materia nel mondo delle idee, dando forma così ad un universo dove le loro leggi antiquate della fisica newtoniana, retaggio della logica illuminista, vengono meno.

Variazione I da Conversione di S. Paolo di Caravaggio, 2000
tempera e olio su tavola, cm 200 x 180
collezione privata
Con esse cade tutto il mondo dei fenomeni naturali, tutto ciò che per loro era certezza diventa probabilità. La matematica che viene tutt’ora usata e che, usando le parole di Godel, è di per se fallace ed indecidibile, è anche l’unico mezzo a nostra disposizione per poter descrivere con equazioni solo approssimative, le ipotetiche e fluttuanti strutture dello spazio-tempo non più solo relativistico ma legato alla gravità quantistica. Le suddette strutture infinitesimali, compongono il tessuto e la trama della nostra realtà.
E’ con queste tecniche di analisi matematica molto limitata, che si focalizzano e si teorizzano aspetti del nostro universo che non si possono definire se non considerandoli in relazione ad una realtà diversa che ci sovrasta e ci plasma. La fisica moderna ha dato molte risposte a fenomeni che, fino a poco tempo fa, rimanevano avvolti dal mistero più impenetrabile e di conseguenza etichettati come fenomeni metafisici e magici.Come sopra ho evidenziato, questa terminologia ha generato parecchie controversie e imprecisioni soprattutto fra la massa che ha etichettato con questa terminologia fenomeni che non rientravano nell’usuale sapere scolastico dimostrabili medianti teoremi ed equazioni. Questa incredulità, o meglio questo rifiuto verso l’insolito e il misterioso rimarrà per sempre, per la grande parte della collettività, un fattore della loro quotidianità. Oggi, strano a dirsi, viviamo in un’epoca altamente tecnologica dove l’informatica ha raggiunto i limiti dell’inflazione e, contemporaneamente, la cultura umanista è in fase di declino, considerata quasi superflua e scontata. Contrariamente gli interessi della società sono sempre di più indirizzati verso il superfluo; la storia del pensiero umano è diventata poco più di uno studio di élite e così scompariranno nell’ombra i grandi nomi del pensiero filosofico antico e moderno che hanno coniato anche i canoni del pensiero scientifico.
Pico della Mirandola, per esempio, ha esaltato l’elemento magico nella natura umana, cercandolo in tutto lo scibile umano, le religioni, le tradizioni antiche… infatti, dopo una intensa ricerca, pubblicò le Conclusiones Philophicae, Cabalistiche et Theologicae.Una silloge composta da novecento tesi in cui cerca di comparare la gnosi Cristiana, Ebraica e Mussulmana, con il pensiero filosofico del mondo antico. Evidenzia in un breve scritto conosciuto come L’Orathio de Dignitate Hominis, l’uomo come Divino Camaleonte, libero punto di unione fra la materia e lo spirito, creato ad immagine di Dio nella sua profonda essenza, in quanto padrone dell’universo come insieme di interconnessioni fra realtà e altre dimensioni. L’uomo divino ha quindi il potere di dominare l’energia, anima di questo universo, con la magia naturale che è un mezzo di alta conoscenza e di potere infinito, punto di unione fra terra e cielo…..
….Nei dipinti di grandi dimensioni come: La Tempesta, Acqua, La Fuga, ho cercato di avvicinarmi il più possibile emotivamente a questo aspetto, ossia il misterioso divenire metamorfico di Eraclito, che tutto avvolge e la trascendenza monistica de l’Arché, di Parmenide e Anassimandro, filosofi che seppur con visioni molto diverse dell’elemento basilare dell’esistenza, cercavano con la ragione, di dare risposte a quesiti che sono da sempre esistiti come: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo. Io, come pittore, penso che questo sia proprio dinnanzi a noi, nascosto ai nostri occhi perchè lo cerchiamo nei meandri più nascosti ed inaccessibili con razionalità ed eccesso di elementi tecnologici. L’Universo, come spiegano gli antichi è armonia, caos, semplicità, fatto di forme, apparenze, sogni, ombra e luce: lasciamoci guidare da questa Magica Realtà.
di Piero Colombani